Racconti inediti – Rachel Zufferey
Traduzione di Walter Rosselli
Altre opere della stessa autrice:
La Pupille de Sutherland : https://pdl.testpreprod.ch/produit/la-pupille-de-sutherland
Le fils du Highlander:https://pdl.testpreprod.ch/produit/le-fils-du-highlander
L’Héritière de la Pupille:https://pdl.testpreprod.ch/produit/lheritiere-de-la-pupille
La mia Terra Promessa
La sveglia suona, trapanandomi le orecchie. La spengo senza cerimonie e, con deliberata lentezza, mi stiracchio in questo lettino da una piazza. È talmente vecchio da scricchiolare al minimo movimento. Getto uno sguardo verso la finestra. Le tende sono aperte, ma la camera è immersa nell’oscurità, non c’è il minimo chiarore. Sospiro ma finisco per alzarmi. Vado tastoni cercando l’interruttore, accendo la luce e il mio primo riflesso è guardare l’ora. Le cinque di mattina.
Infilo vestiti caldi, due paia di calze, uno sopra l’altro, e gli scarponi (che fortunatamente sono asciutti), controllo il contenuto dello zaino, aggiungo il pic-nic e via!
Nel B&B fa buio pesto. Normale, dormono ancora tutti. Scendo le scale e, arrivando nella hall, noto un pacchettino di fiocchi d’avena e un Tetra di succo d’arancia posti sul cassettone all’entrata, con un biglietto che mi augura buona giornata. Riconoscente, prendo con me anche questa colazione di fortuna.
Lascio il B&B e il vento glaciale mi sferza immediatamente il viso. Cammino per strada e mi allontano a poco a poco dal paese ancora immerso nel sonno. Man mano che procedo, il cielo che era così cupo si schiarisce e sento che attorno a me la fauna si sveglia dolcemente.
Lascio la strada e imbocco un sentiero di terra battuta. Un sentiero… per modo di dire. Questo passa nel bel mezzo della landa, le erbe sono appena appiattite, segno che qualcuno è già passato. Mentre il sole si fa sempre più presente, alzo gli occhi verso Ben y Vrakie, la collina che oggi intendo domare. Si direbbe che voglia sfidarmi, ho perfino l’impressione che mi stia fissando con un sorriso spavaldo. Eppure è solo roccia, erba e torba, ma chissà che cosa si cela veramente là sotto?
Mi rimetto in marcia con volontà ferrea. Il sole si è ormai alzato e mi riscalda man mano che vado avanti. Devo guardare dove metto i piedi, perché la parvenza di sentiero è scomparsa. Attorno a me posso vedere, con la coda dell’occhio, l’involo di alcuni fagiani, intimoriti dalla mia presenza. Scorgo anche dei conigli e una moltitudine di uccelli dai diversi colori.
Improvvisamente, un forte mugghio capta la mia attenzione. Mi guardo attorno con il cuore in gola. Un cervo? Dov’è? Il bramito tuona di nuovo, ancora più possente. Ma non vedo ancora nulla. Deve essere lontano. Che eco impressionante!
Mentre mi riconcentro sul cammino, sento che un piede sprofonda nel suolo, seguito da tutto il corpo… Brava! un buco. Fortunatamente non è profondo, il mio torso è rimasto sopra il livello del suolo. Imprecando e ridendo allo stesso tempo mi estirpo come posso e riparto.
Dopo quattro ore di marcia sfrenata, senza la minima pausa, raggiungo finalmente la mia meta: la vetta! Lascio cadere lo zaino e mi colloco su un masso vicino al bordo. La vista è magnifica. Ancora più bella di quanto avessi immaginato. E sopra di me, il cielo azzurro mi dimostra che le voci sono erronee: non piove sempre, in Scozia, nemmeno in ottobre.
Delicatamente prendo lo zaino, lo apro, estraggo il quaderno di appunti e la penna. È ora di cominciare. Devo scrivere il mio prossimo romanzo, qui, nel mio angolino di paradiso, nella mia terra promessa.
La mia Terra Promessa
Rachel Zufferey
Tradotto dal francese da Walter Rosselli